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Opere

L'amore coniugale

L'amore coniugale racconta la storia di un uomo che cerca al tempo stesso di essere buon marito e buon scrittore, finendo col fallire entrambi gli obiettivi: il fallimento erotico-sentimentale da un lato e il fallimento letterario dall'altro.

Il conformista

Il romanzo, pubblicato nel 1951, è il ritratto di un personaggio e di un atteggiamento morale caratteristici del nostro tempo: il conformista e il conformismo. L’eroe contemporaneo, secondo Moravia, è l’uomo che vuole confondersi, essere uguale a tutti. Ma, in tutti i tempi, l’ingresso in società comporta un prezzo molto alto da pagare, soprattutto in termini di libertà individuale. Storia di un viaggio di nozze a Parigi e di un delitto di stato, biografia di un uomo e descrizione
 di un’epoca e di una società, l’opera è però più che altro
 la storia di un prezzo pagato da un conformista moderno
 per ottenere di entrare a far parte di una società inesistente
 e - nell’affrontare il grande tema del rapporto tra uomo e società - si propone come uno dei lavori più coraggiosi e attuali dello scrittore romano.

Racconti romani

I Racconti romani di Alberto Moravia si riallacciano a una tradizione iniziata dal Belli con la sua opera monumentale e poi continuata da poeti e narratori romani come Pascarella, Trilussa e altri. Anche qui ritroviamo un personaggio anonimo del popolo o della piccola borghesia romana, cha parla in prima persona, raccontando i suoi casi e quelli della sua gente. Il linguaggio non è più il dialetto stretto belliano o quello temperato di Trilussa, ma un italiano qua e là colorito da parole e locuzione romanesche. La città e il popolo di Roma sono naturalmente molto cambiati da un secolo a questa parte: qui viene descritta la Roma moderna e un po’ stralunata del primo decennio del dopoguerra; una Roma libera e insieme alienata; molteplice, vitale e insieme deturpata, piena di incontri, di imprevisti, di avventure, ma anche di rassegnazioni e di angosce. Un libro ricchissimo, un grande atto della commedia umana di un nostro non lontano passato.

Il disprezzo

Pubblicato per la prima volta nel 1954, questo romanzo costituisce una tappa fondamentale del viaggio di Moravia attraverso 
le istituzioni borghesi e il loro scacco. Protagonista è uno scrittore di sceneggiature i cui rapporti con la moglie si illuminano e si complicano a contatto con il mondo della produzione cinematografica, della carriera e del successo. A differenza 
di L’amore coniugale che racconta la storia di un tradimento, Il disprezzo muove da un dato positivo, un caso di fedeltà matrimoniale, per chiarirne tutta la natura di illusione,
 di reale sconfitta e di profonda, modernissima contraddizione.

La ciociara

La ciociara è la storia delle avventure di una madre e una figlia, costrette dal caso a passare un anno nelle prossimità del fronte del Garigliano tra il 1943 e il 1944. Ma La ciociara è anche soprattutto la descrizione di due atti di violenza, l’uno collettivo e l’altro individuale, la guerra e lo stupro. Dopo la guerra e dopo lo stupro né un paese né una donna sono più quello che erano prima. Un cambiamento profondo è avvenuto, un passaggio si è verificato da uno strato di innocenza e integrità a un altro di nuova e amara consapevolezza. D’altra parte tutte le guerre che penetrano profondamente nel territorio di un paese 
e colpiscono le popolazioni civili sono stupri. La ciociara non è un libro di guerra nel senso tradizionale del termine; è un romanzo in cui è narrata l’esperienza umana di quella violenza profanatoria che è la guerra.

Un mese in URSS

Il racconto del viaggio compiuto da Moravia nel 1958 nell’ex Unione Sovietica è un libro che vive di due anime: da un lato 
il sentimento appassionato dell’intellettuale europeo
 che si confronta con la cultura di Dostoevskij, Cechov e Gogol, che a Leningrado si appassiona ai luoghi dove abitò lo scrittore dei Demoni, che compie un viaggio pieno di sorprese nella storia di una delle letterature più affascinanti d’Europa. Dall’altro lato, l’occhio di Moravia porta con sé anche il giudizio politico su un paese laboratorio di dottrine sociali, di cui riscontra e analizza l’applicazione, criticando e paragonando la situazione oltrecortina alla realtà del resto del continente.

Nuovi racconti romani

I Nuovi racconti romani di Alberto Moravia sono stati scritti tra 
il 1954 e il 1959 e costituiscono la naturale continuazione del discorso avviato con i precedenti Racconti romani, considerati dalla critica centrali nella produzione moraviana. Anche nei Nuovi racconti romani il mito proletario influisce non soltanto sulla visione 
del mondo, ma anche sulla scrittura che è leggermente “romanesca” come appunto il linguaggio corrente di Roma che non è più affatto dialettale come ai tempi del Belli, ma appena velato da un superstite accento locale. La vastissima compagine di questi racconti, una vera e propria commedia umana, può apparire anche come una puntigliosa verifica della disfatta che insidia i propositi della vita.

La noia

Considerato come il cardine di un’ideale trilogia 
iniziata con Gli indifferenti e conclusa con La vita interiore, 
La noia, pubblicato nel 1960, ci offre un ritratto profondo e spietato 
di un individuo senza strutture, senza appoggi, alienato dalla vita sociale. È una storia di crisi, di fallimenti, di delusioni. Descritto nei suoi tre aspetti, di artista, di uomo, di amante, 
il protagonista finisce per scontrarsi inevitabilmente con la realtà; una realtà che in modo tautologico si nega, perché a conclusione di ogni tentativo (ad esempio di raggiungere la donna amata) 
si erge sempre lo stesso assioma: la realtà è la realtà.

Un'idea dell'India

Un’idea dell’India è il reportage di un viaggio fatto da Moravia nel 1961 in compagnia di Pasolini e della moglie, Elsa Morante. Questo itinerario indiano consente a Moravia di offrire un’immagine viva e fuori dall’ordinario di un paese che faticosamente, tra mille contraddizioni, si avviava verso
 un moderno riscatto sociale. Quel che conta non sono tanto 
le notazioni paesistiche e di colore, ormai topiche, quanto 
lo smascheramento delle cause della falsa opulenza e della tragica indigenza del paese: il sistema delle caste, già allora legalmente abolito eppure di fatto ancora vivo nel costume e nella pratica.

L'automa

Nella semplicità dello schema della narrazione breve - forma quanto mai congeniale a Moravia - si inserisce una lucida analisi introspettiva che porta l'autore a farsi interprete delle difficoltà psicologiche e morali in cui si dibatte l'uomo moderno il quale, sempre più agito dall'esterno, rischia di capire sempre meno i suoi stessi gesti. Personaggi che agiscono come macchine, come automi appunto: è il tema sottile che lega questa serie di racconti.

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