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Opere

Se è questa la giovinezza vorrei che passasse presto. Lettere [1926_1940]

"Quelle che si presentano sono lettere vere, prive di qualsivoglia progettualità retorica congegnata per lasciare un'immagine di sé filtrata dalla letteratura; tale verità, intima e personale, condivisa originariamente con il solo destinatario a cui la corrispondenza è rivolta, richiede al lettore e al critico un approccio altrettanto onesto e rispettoso, legato a un'oggettività che ne sappia riconoscere, soprattutto nel caso delle lettere d'amore, le molte e significative suggestioni di carattere storico-artistico e interpretativo, e solo in nome delle quali si è giunti alla pubblicazione. [...]. I lineamenti che si mostrano, anche grazie alla documentazione inedita, non sono solamente quelli del Moravia canonizzato: essi appaiono comunque vivificati poiché il racconto in tempo reale del percorso di crescita e di formazione traghetta ai lettori d'oggi, in modo dialettico e ancora problematico, il valore tutto e pieno dell'esperienza letteraria, nonché della sua portata che travalica i confini italiani, facendo ancora di Moravia uno degli scrittori più tradotti al mondo."

Dall'introduzione di Alessandra Grandelis

Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante [1947_1983]

"Nella corrispondenza che Moravia indirizza a Morante tra il 1947 e gli anni ottanta si confrontano un uomo e una donna, e insieme due grandi scrittori del Novecento. Il valore dei documenti qui raccolti sta nella testimonianza intima di un legame in cui la vita non può mai essere del tutto separata dall'arte, tanto che l'amore, nulla di più privato e al contempo di più letterario, si proietta in una dimensione altra, universale. Lo dimostrano queste lettere di Moravia scritte di getto, con verità non meditata e con quel pudore che non impedisce di condividere emozioni, idee e inquietudini [...]. Uniti e insieme divisi, per l'intera vita. Li dividono la diversità di carattere, le origini - borghesi per lui e modeste per lei - che pesano sin dai primi momenti sugli equilibri della relazione [...]. A unirli è soprattutto 'il demone della letteratura' che nella corrispondenza si manifesta di rado, ma è onnipresente a un livello sotterraneo e pronto ad affacciarsi quando la vita lo richieda".

Dall'introduzione di Alessandra Grandelis

Gli indifferenti

Quando Moravia cominciò a scrivere il suo capolavoro giovanile nel 1925, non aveva ancora compiuto diciott’anni. Intorno a lui l’Italia, alla quale Mussolini aveva imposto la dittatura, stava dimenticando lo scoppio d’indignazione e di ribellione suscitato nel 1924 dal delitto Matteotti e scivolava verso il consenso e i plebisciti per il Fascismo. Il giovane Moravia non si interessava di politica, ma il ritratto che fece di un ventenne di allora coinvolto nello sfacelo di una famiglia borghese e dell’intero Paese doveva restare memorabile. Il fascismo eleva l'insidia moderna dell'indifferenza a condizione esistenziale assoluta. Nuova edizione, nota critica di Alessandra Grandelis.

Lettres d'amour à Lélo Fiaux

« Tu parles dans tes lettres de nos amours comme d’une sombre période de ta vie – il se peut qu’elle ait été sombre, je suis assez sombre moi-même, mais je suis sûr qu’elle n’a pas été inutile ni mauvaise – tu t’apercevras plus tard que ton expérience de Rome t’a beaucoup changée – et en mieux – cela n’est pas mon mérite mais le tien: tu as su en effet aimer vraiment et avec tout ton cœur – c’est-à-dire que tu as vécu sérieusement – avant ça n’avait été que frivolité et badinage –»

Suite à leur rupture, Alberto Moravia (1907-1990) a écrit trente lettres en français à l’artiste suisse Lélo Fiaux (1909-1964). L’amour de l’écrivain pour cette femme profondément libre est inscrit à jamais dans l’univers intérieur du romancier.

La bella vita

La bella vita è la prima delle tante raccolte moraviane di racconti. Il libro presenta dunque allo stato nascente le figure, le problematiche, i modelli di una esperienza letteraria tra le maggiori del Novecento italiano. E mentre il giovane scrittore ripensa la propria vita e il proprio ambiente, in piccoli capolavori come Inverno di malato, illumina anche i molti vizi e le poche virtù della realtà italiana negli anni del Fascismo, e getta a grande profondità uno scandaglio sui nodi oscuri dell'esistenza.

Le ambizioni sbagliate

Le ambizioni sbagliate, secondo romanzo di Moravia, riassume in sé le tematiche caratteristiche di tutta l'opera successiva dello scrittore romano: da un lato la ricca borghesia di Roma, dall'altro figure contrassegnate da atonia morale, snobismo, bassa avidità di denaro, piatta sensualità.

La mascherata

Pubblicato nel 1941 e prontamente sequestrato dal regime fascista, La mascherata, il cui protagonista è un dittatore, è uno dei romanzi più originali e apertamente provocatori di Moravia. Apologo satirico scritto con uno stile narrativo tutto azione, rapido e serrato, poggia su una trama politica in cui si intrecciano le vicende dell'amore del generale Tereso Arango e di Fausta e altre storie di rivalità e potere. Scritto nel 1935 dopo un viaggio in Messico, il romanzo si avvale di uno scenario da America latina, ma esprime tutte le ambiguità di un'epoca in cui le prospettive politiche si affermavano nelle dittature di Mussolini, di Hitler, di Stalin o nelle democrazie imperialiste e colonialiste francesi e inglesi.

Agostino - Edizione speciale 70mo anniversario

Quando nel 1944 Moravia tornò a Roma, al seguito
 delle truppe alleate, era praticamente un autore che ricominciava. Il romanzo breve Agostino fu il capolavoro che gli consentì di conquistare
 i riconoscimenti della critica e del pubblico. Agostino è la storia di un’iniziazione sessuale. Da una parte, un ragazzo di tredici anni che è ancora un bambino; dall’altra la madre, vedova, ma ancora fiorente e desiderosa di vivere. Durante una vacanza al mare i rapporti tra il figlio e la madre si guastano, si corrompono d’inquietudine. Per il ragazzo sarà necessario approdare a un’autentica crisi,
 una lacerazione che gli consentirà di ripartire poi a ricomporre 
il mondo, a farsi una ragione della vita. Con Agostino, ritorno
 alla narrativa vera e propria dopo evasioni e sfoghi surrealisti e satirici, Moravia conquistò il suo primo premio letterario.

Nuova edizione a cura di Simone Casini. Con testi di Umberto Saba e Carlo Emilio Gadda. Disegni di Renato Guttuso

La romana

Pubblicato nel 1947, La romana segna una tappa importante nello sviluppo della narrativa di Moravia.
 Protagonista del romanzo, ambientato a Roma al tempo 
della guerra d’Etiopia, è una straordinaria figura femminile profondamente viva e moderna. “Con La romana” ha scritto Moravia “ho voluto creare la figura di una donna piena di contraddizioni e di errori e, ciò nonostante, capace per forza ingenua di vitalità e slancio di affetto di superare queste contraddizioni e rimediare a questi errori, e giungere 
a una chiaroveggenza e a un equilibrio che ai più intelligenti e ai più dotati spesso sono negati.”

La disubbiedienza

Edito nel 1948, questo breve romanzo riprende, ampliandola 
e approfondendola, l’avventura già narrata in Agostino, 
la guarigione, cioè, attraverso l’iniziazione sessuale, di un adolescente incapace di trovare un vitale equilibrio tra sé e l’ambiente,
 tra le sue aspirazioni e la realtà. Per risolvere il conflitto causato dalla sua incapacità di adattamento, Luca, il protagonista, ricorre a una continua e sistematica disubbidienza ai doveri, agli affetti, ai piaceri, fino al rifiuto della vita stessa. Sarà l’esperienza suprema dell’adolescenza, l’incontro con l’altro sesso, a sottrarlo a questo incantesimo negativo indicandogli una alternativa più gioiosa e vitale.

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Dicono di Lui

Una sezione dedicata ai contributi di altri, che raccoglie testimonianze d’autore, ricordi, letture private, pensieri, sguardi sullo scrittore. Uno spazio dove raccontare non soltanto le sue opere e le sue riflessioni politiche/artistiche/letterarie, ma anche le vicende e i luoghi della sua vita, attraverso le parole e le immagini di studiosi, lettori, amici, esperti, e di chi ha semplicemente letto e amato i suoi romanzi, i racconti, gli articoli.  

La Casa Museo

La casa di Alberto Moravia conserva le tracce della sua vita quotidiana, dei viaggi e delle frequentazioni. Dalle maschere africane ai makemono orientali; dai celebri ritratti alle opere degli amici pittori e scultori; dai souvenir di viaggio ai dischi e ai classici della letteratura; dalle lampade pop anni Sessanta alla macchina da scrivere Olivetti 82.