


ANTONIO DEBENEDETTI, un omaggio
20/12/2021
Incontro con Paolo Di Paolo, Alessandra Grandelis, Mario Andreose
In collaborazione con Letture Metropolitane
Il 3 ottobre è morto a ottantaquattro anni Antonio Debenedetti. Scrittore, saggista, nato a Torino il 12 giugno 1937, figlio di Giacomo Debenedetti, critico letterario di grande valore nonché studioso e traduttore di Proust e Joyce. Raccontava di essere cresciuto in una casa di piena libri e di essere andato in giro fin da bambino con i romanzi di Salgari, chiedendo agli adulti di leggerli per lui ad alta voce. Ha esordito nel 1972 con il libro Monsieur Kitsch. Per molti anni ha collaborato con il Corriere della sera, nel ruolo di inviato per la cultura. Nella sua vita, si è cimentato sia con la scrittura di romanzi (In assenza del signor Plot, 1976; La fine di un addio, 1985; Se la vita non è vita, 1991, con cui ha vinto il Premio Viareggio), che con raccolte di racconti come Ancora un bacio (1981), Spavaldi e strambi (1987), Amarsi male (1998). Giacomino (1994) è il suo libro di ricordi legati al padre, mentre tra i lavori più recenti le raccolte di racconti In due (2008), Il tempo degli angeli e degli assassini (2011), Racconti naturali e straordinari (2017) e Quel giorno quell'anno (2018).
Scrive Alberto Moravia in Diario Europeo: La sua è un’osservazione più da entomologo che da ritrattista, più pronto ad infilzare con uno spillo l'insetto che talvolta convive con l’uomo, che a ritrovare tratti umani in situazioni e comportamenti da insetti. Ma talvolta l’ironia si coniuga felicemente con la tenuità e l’evanescenza dei personaggi e della storia; e allora abbiamo un’interessante sostituzione della crudeltà con l’evasività e ne deriva, alla composizione del racconto apparentemente vagabondo ma in realtà controllato, un ritmo tutto giocato sulla iterazione di un solo motivo, quasi musicale nella sua diafana irrilevanza. Questo è il caso dell’ultimo racconto, uno dei più lunghi, “Il club dei superflui”. Ci sono due personaggi, Diego e Ines, che dialogano, si potrebbe dire, sul nulla. E c’è Debenedetti con la sua ironia che fa precedere ogni capitoletto da una sentenza che sembra morale ma in realtà non lo è. Pieno di notazioni laterali, di osservazioni messe tra parentesi, di frasi sospese, di puntini e di interruzioni, questo racconto fa pensare un poco ad una musica da camera disinteressata e ambigua, alla quale si presta volentieri l’orecchio e che quando finisce si rimpiange che non continui.
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Una sezione dedicata ai contributi di altri, che raccoglie testimonianze d’autore, ricordi, letture private, pensieri, sguardi sullo scrittore. Uno spazio dove raccontare non soltanto le sue opere e le sue riflessioni politiche/artistiche/letterarie, ma anche le vicende e i luoghi della sua vita, attraverso le parole e le immagini di studiosi, lettori, amici, esperti, e di chi ha semplicemente letto e amato i suoi romanzi, i racconti, gli articoli.
La Casa Museo

La casa di Alberto Moravia conserva le tracce della sua vita quotidiana, dei viaggi e delle frequentazioni. Dalle maschere africane ai makemono orientali; dai celebri ritratti alle opere degli amici pittori e scultori; dai souvenir di viaggio ai dischi e ai classici della letteratura; dalle lampade pop anni Sessanta alla macchina da scrivere Olivetti 82.
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